Jikoshōkai, l’arte di presentarsi in giapponese

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Presentarsi in giapponese: pochi ma importanti passi da seguire per immergersi nella cultura nipponica.

Qualora dovessi andare in Giappone per studio o lavoro, ad un certo momento del tuo soggiorno ti imbatterai quasi sicuramente nella cosiddetta jikoshōkai (自己紹介). La jikoshōkai non è niente altro che la propria presentazione, in cui si dice nome, cognome, nazionalità ecc. Visto che in Giappone più di una volta e in vari contesti, come al lavoro o a scuola, bisognerà presentarsi in giapponese, è bene avere in mente alcune linee guida da seguire per fare una buona impressione sui tuoi compagni o colleghi nipponici.

Come iniziare

Per presentarsi in giapponese nel modo giusto si deve iniziare con il saluto. Si può benissimo aprire la jikoshōkai con konnichiwa o konbanwa che sono i corrispettivi giapponesi di buongiorno e buonasera. Tuttavia il saluto migliore, che si può usare anche in situazioni più formali, è hajimemashite (初めまして) che si può rendere con un “piacere di conoscerla”.

Una volta rotto il ghiaccio, si passa a dire il proprio cognome e nome. Hai capito bene, prima il cognome e poi il nome. Infatti in Giappone l’ordine è invertito, fai attenzione.

In base al contesto in cui ci si trova e alla persona con cui si sta parlando, ci sono diverse maniere più o meno formali per dire il proprio nome.

COLLOQUIALE
私の名前はロッシー・マーリオです。(Watashi no namae wa Rosshi Mario desu)
Il mio nome è Mario Rossi.

FORMALE
ロッシー・マーリオと申します。(Rosshi Mario to mōshimasu)
Mi chiamo Mario Rossi.

Se sei in un contesto informale e vuoi facilitare un po’ la vita ai tuoi amici giapponesi ti consiglio anche di dire il tuo soprannome. Infatti, per molti giapponesi la pronuncia di alcuni nomi italiani risulta particolarmente difficile.

COLLOQUIALE
私の名前はメッザソーマ・グレゴリオですが、皆にゴゴと呼ばれています。
(Watashi no namae wa Mezzasōma Guregorio desu ga, mina ni Gogo to yobareteimasu)
= Il mio nome è Gregorio Mezzasoma, ma tutti mi chiamano Gogo.

La nazionalità

Il secondo passaggio della tua jikoshōkai sarà specificare di quale parte del mondo sei. Per molti giapponesi, spesso, è difficile capire la nazionalità di uno straniero solamente dall’aspetto fisico. Quindi, per evitare di essere etichettato come semplice gaikokujin (外国人, straniero), è sempre meglio dare le tue coordinate geografiche.

In questa parte, si può utilizzare la forma “Vengo da…” seguita dal proprio paese di origine.

COLLOQUIALE
イタリアから来ました。(Itaria kara kimashita) = Vengo dall’Italia.

FORMALE
イタリアから参りました。(Itaria kara mairimashita) = Vengo dall’Italia.

Oppure la forma “Sono…” seguita dalla propria nazionalità.

COLLOQUIALE
イタリア人です。(Itariajin desu) = Sono Italiano.

FORMALE
イタリアの出身です。(Itaria no shusshin desu) = Sono di origini italiane.

Che cosa fai nella vita?

Anche se in Italia non è consuetudine dirlo, quando ci si presenta in Giappone specificare che lavoro si fa o che cosa si sta studiando è normale, quindi non spaventarti se te lo sentirai domandare. Se si sta ancora studiando, si può semplicemente rispondere “Sono uno studente” oppure arricchire la propria risposta dicendo in quale università o scuola si studia e che cosa si sta studiando.

COLLOQUIALE
大学生です。(Daigakusei desu) = Sono uno studente universitario.

FORMALE
x大学/x学部/x科の大学生です。(A daigaku A gakubu A ka no daigakusei desu)
= Sono uno studente universitario del dipartimento della facoltà di x presso l’università x

Se si sta lavorando vale più o meno la stessa regola. Si può semplicemente dire che lavoro si sta facendo oppure approfondire la spiegazione dicendo dove si lavora, quale posizione si occupa ecc.

Quali sono i tuoi hobby?

Soprattutto nelle jikoshōkai più informali, è carino far sapere ai presenti che cosa ti piace fare nel tempo libero oppure quali sono i tuoi hobby. Le due parole fondamentali da ricordare sono suki (好き) che vuol dire mi piace oppure shumi (趣味), che è l’hobby.

COLLOQUIALE 1
サッカーが好きです。(Sakkā ga suki desu) = Mi piace il calcio.

COLLOQUIALE 2
私の趣味は映画を見ることです。(Watashi no shumi wa eiga wo miru koto desu)
= Il mio hobby è guardare film.

La conclusione: Yoroshiku!

Come avrai capito, presentarsi in giapponese segue una serie di regole, e un’altra di queste è la conclusione. Per chiudere in bellezza la tua jikoshōkai manca solo una parolina magica: yoroshiku onegaishimasu (よろしくお願いします).

Yoroshiku onegaishimasu è una parola che è difficile da tradurre nelle altre lingue straniere. Letteralmente vorrebbe dire “per favore si prenda cura di me”, ma in questa occasione indica la speranza di instaurare un buon rapporto con la persona appena conosciuta. Anche in questa caso c’è una forma più colloquiale yoroshiku (よろしく), oppure una più formale dōzo yoroshiku onegaishimasu (どうぞよろしくお願いします).

Ora hai le basi per fare una buona jikoshōkai. Ovviamente queste sono le linee guida per presentarsi in giapponese tra amici oppure a scuola, mentre una jikoshōkai con il proprio capo lavoro o in un ambiente più formale necessita di alcune forme particolari. Comunque, se segui le indicazioni che ti ho dato dovresti cavartela nella maggior parte dei casi. Nel dubbio, cerca di essere sempre il più formale possibile.

Ah, un’ultima cosa! In Giappone, quando ci si presenta, non è usanza stringersi la mano, bensì fare un piccolo inchino alla fine. Occhio a non sbagliare.

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