Il cane è l’amico più fedele dell’uomo. Su questa massima i giapponesi hanno costruito un mito di nome Hachiko, il cane giapponese che ha stregato il mondo.
Chi non ha mai sognato una volta raggiunta Tokyo, la sfavillante capitale del Giappone di immergersi nell’atmosfera intrisa di leggenda ancora recente che pervade il quartiere di Shibuya? Nonostante la zona stia subendo un drastico cambiamento in vista delle prossime Olimpiadi del 2020, la piazza antistante la stazione vibra ancora dei ricordi di una delle storie più commoventi del secolo scorso, quella di Hachiko, il cane più fedele del Giappone.
Ti raccontiamo la sua storia, immortalata nella statua in bronzo eretta dinanzi alla stazione di Shibuya.
La storia di Hachiko
Il professor Hidesaburo Ueno prese Hachiko a Odate, nella prefettura di Akita, nel 1924 quando era solo un cucciolo, e lo portò con sé fino alla sua dimora di Shibuya, a Tokyo.
Il professore era solito prendere il treno per il lavoro dalla stazione di Shibuya accompagnato dal fedele Hachiko, che poi puntualmente tornava ad aspettare il padrone alle cinque di pomeriggio. Un giorno, però, l’uomo non si presentò al luogo dove l’animale lo attendeva per via di un attacco improvviso che gli tolse la vita sul luogo di lavoro. Hachiko tornò nella stazione di Shibuya per oltre nove anni, in attesa del suo padrone, anche se invano.
È lì che comincia la singolare storia del cane più famoso dell’arcipelago, capace di fare della propria casa uno dei centri della città di Tokyo e di avere come padrone l’intero popolo giapponese, mosso a compassione per la triste vicenda dell’animale. Hachiko continuò infatti imperterrito a recarsi a Shibuya ogni giorno nella vana attesa che il suo padrone facesse ritorno.
La sua presenza non passò inosservata agli assidui frequentatori del posto che cominciarono a prendersene cura come se si trattasse del loro animale domestico. Infatti, per tutti gli anni successivi fino alla sua morte, avvenuta a undici anni, Hachiko non smise mai di frequentare il luogo nella speranza di rivedere il professore.
Hachiko morì l’8 marzo 1935, e già nel 1934 era stata eretta una statua in suo onore, con Hachiko presente alla cerimonia. La statua andò persa durante la seconda guerra mondiale, ma ne è stata eretta un’altra nel 1948, la stessa che troviamo tutt’oggi a Shibuya.
Ogni anno, nel giorno dell’8 marzo, decine di persone amanti dei cani si recano alla statua di Hachiko per lasciare un fiore o un dono in onore dell’anniversario della morte del fedele animale.
Una mascotte di nome Hachiko
La vicenda si chiude con un lieto fine inaspettato quando, a distanza di anni, viene eretta una statua all’Università di Tokyo, raffigurante l’animale riabbracciare il suo padrone.
Ma la storia non finisce qui. Oggi Hachiko, oltre alla recente trasposizione cinematografica americana con Richard Gere, che è valsa fama internazionale alla sua storia, è diventato anche un character. L’azienda ferroviaria privata Tokyu, per pubblicizzare il centro commerciale Norengai (のれん街 , strada delle spese) all’interno della stazione di Shibuya, ha lanciato un sito internet in suo onore, chiamato Toyoko Hachiko. La compagnia giapponese, per alleviare la tragicità della storia abbraccia l’ipotesi che il cane si rechi tutt’oggi all’importante svincolo ferroviario perché ghiotto dei dorayaki (どら焼き), i tortini ripieno di marmellata di fagioli che Doraemon mangiava sempre, che vengono venduti nel centro commerciale.
Lo spirito di Hachiko permea ancora i luoghi che sono stati teatro della sua storia. Non perderti la foto di rito accanto alla sua statua, quando verrai a Tokyo!
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