Consigli e avvertenze su come spedire un pacco in Giappone

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Quando ci si trasferisce in un Paese straniero per un periodo medio – lungo si pensa con attenzione a cosa portare con sé: tutti i documenti necessari sono pronti, anche il visto è finalmente arrivato, il tuo sogno si sta realizzando e stai per andare a vivere in Giappone!

Mentre prepari la valigia però ti renderai conto che lo spazio a tua disposizione non è infinito e, anche se in Giappone si può trovare praticamente di tutto, ci sono alcune cose che si possono reperire solo in Italia: i dolci della nonna, quel libro che abbiamo dimenticato sul comodino, la nostra coperta preferita.

Niente paura, puoi farti spedire in Giappone uno o più pacchi da casa, rivolgendoti direttamente al più vicino ufficio postale o chiamando un corriere privato, in ogni caso basta fare attenzione ad alcune piccole cose importanti.

Scrivere correttamente l’indirizzo giapponese

Il Giappone, come tutti sanno, possiede un sistema di scrittura differente da quello occidentale, ma è bene sapere che anche il sistema di distribuzione degli indirizzi varia considerevolmente: ad esempio solo le vie principali hanno un nome e i numeri non seguono la progressione lineare a cui siamo abituati.

Per fortuna se si tratta di spedire un pacco questo non ci preoccupa particolarmente; ciò che ci serve è saper leggere e scrivere l’indirizzo desiderato. Proviamo ad analizzarne uno affiancando la scrittura romaji a quella tipica giapponese in kanji. I due indirizzi indicati di seguito si riferiscono infatti alla stessa struttura, ovvero al famoso centro commerciale Shibuya 109 di Tokyo.

Japan,〒150-0043 Tokyo, Shibuya-ku, Dōgenzaka, 2 Chōme−29−1, Yamada Kenta

Japan, 〒150-0043 東京都渋谷区道玄坂2丁目29番1号, 山田健太

  • 〒, questo simbolo indica e precede il codice postale (zip code).
  • 都 (-to), indica la prefettura di Tokyo . Altre città possono presentare differenti denominazioni territoriali come ad esempio 県(-ken) o 府(-fu).
  • 市 (-shi) indica la città di riferimento.
  • 区 (-ku), indica i quartieri e, nel caso di Tokyo, i quartieri speciali che la compongono. Nell’indirizzo di esempio si fa riferimento al quartiere speciale di Shibuya (渋谷区, Shibuya-ku).
  • Inserite poi la zona del quartiere o il nome della via, quando quest’ultima è disponibile. In questo caso abbiamo il nome della via: Dōgenzaka (道玄坂).
  • Alla fine dell’indirizzo appaiono tre numeri che indicano una zona sempre più ristretta fino ad arrivare al numero dell’edificio. Sono contraddistinti dai kanji: 丁目(chōme), 番 (ban) e号 (gō). Non disperare, se non si vuole essere troppo pignoli è sufficiente scrivere i tre numeri separati da un trattino; l’indirizzo sarà comunque comprensibile (2 – 29 – 1 nel nostro caso).
  • Infine aggiungi l’eventuale nome dell’edificio (le strutture residenziali possono avere un nome in Giappone) e il numero della stanza/porta. Se la spedizione è indirizzata verso un ufficio o una struttura interna ad un complesso, indica anche l’eventuale piano con il numero e la F di “floor” (Es. 2F per il secondo piano).

Nel caso di una spedizione internazionale ovviamente non dimenticare di indicare il nome del destinatario e la dicitura “Japan”. In questo esempio abbiamo usato il nome di fantasia “Yamada Kenta”.

Non è necessario scrivere l’indirizzo in kanji se non hai dimestichezza con la scrittura giapponese. L’importante è comprendere la struttura dell’indirizzo e le definizioni territoriali così da poterlo scrivere correttamente anche con il nostro alfabeto.

Dichiarazione doganale

Oltre al modulo per la spedizione in Giappone bisognerà compilare una dichiarazione doganale. Il modulo ti viene fornito dalle Poste italiane, dove si dovrà descrivere dettagliatamente il contenuto del pacco, inserendo quantità, peso, valore di ogni oggetto e infine il peso totale comprensivo di imballaggio.
Se il valore totale degli oggetti non supera la cifra di 10,000 yen non sarà necessario pagare alcuna sovrattassa.

Ricorda che va indicata anche la categoria dell’invio, cioè se si tratta di un regalo, di documenti, eccetera.

Secondo le istruzioni di Poste italiane, la dichiarazione va compilata in inglese, francese o in un’altra lingua ammessa nel Paese di destinazione. Cerca di essere preciso e di evitare ambiguità nella descrizione del contenuto per evitare spiacevoli fraintendimenti che possono rallentare il processo di spedizione.

Cosa non si può spedire

Non tutto si può spedire, ovviamente per droghe, armi da fuoco e munizioni, esplosivi, germi per armi batteriologiche, animali vivi o morti e cose simili non ci si pone nemmeno il dubbio. Ci sono però altre tipologie di merce a cui bisogna prestare attenzione. È infatti proibito spedire in Giappone anche libri, illustrazioni e altri oggetti che offendano la morale pubblica (ad esempio materiale pornografico), prodotti contraffatti e determinati semi, piante e frutti. Nel sito della dogana aeroportuale giapponese trovi tutti i dettagli.

Cibo

Un’attenzione particolare va posta sugli alimenti, categoria che può risultare tra le più necessarie quando si sente nostalgia di casa. Nessun problema se si tratta di alimenti imballati, correttamente conservati, con l’elenco degli ingredienti sull’etichetta e con una scadenza superiore ai 6 mesi dalla data di spedizione.

I prodotti di carne sono vietati, quindi anche i salumi, il problema principale è dato dal budello dentro al quale vengono conservati. Ultimamente le regole sono diventate ancora più rigide, e non è permesso nessun tipo di salume o derivato animale, nemmeno se sottovuoto. Si rischia una multa fino a 1,000,000 yen (circa 10.000 euro), o addirittura la detenzione.

Per quanto riguarda i biscotti della nonna, le farine sono vietate, ma i loro derivati non sono solitamente soggetti a particolari controlli. Anche i formaggi sono un argomento dibattuto, ad esempio non dovrebbero esserci problemi con il parmigiano sottovuoto. Di sicuro, però, non si possono spedire formaggi freschi, anche perché arriverebbero in condizioni non proprio ottimali. Ci sono alcuni corrieri che effettuano mensilmente spedizioni speciali in cella frigo che rispettano la catena del freddo, in questo caso si può chiedere direttamente a loro cosa è consentito e cosa no: ovviamente tutto va messo sottovuoto e/o imballato correttamente.

Anche per quanto riguarda le bottiglie c’è la possibilità di spedirle, ma bisogna seguire attentamente le istruzioni date dal corriere che hai scelto di utilizzare.

Tempi e costi

Utilizzando sempre le informazioni di Poste Italiane che, per quanto non sempre efficienti, rappresentano uno dei metodi più diffusi di invio se si vuole restare in un range di qualità/prezzo accettabile, esistono attualmente due tipi di spedizioni tra cui si può scegliere: il pacco ordinario internazionale e il pacco celere internazionale. Il pacco ordinario internazionale impiega per spedire in Giappone dai 10 ai 25 giorni per giungere a destinazione per una cifra minima di 24 euro. Il peso massimo consentito del pacco è di 20 Kg. Il pacco celere internazionale impiega 3-4 giorni partendo da 30,50 euro e il peso massimo consentito è di 30 Kg.

Sei pronto a farti spedire il tuo primo pacco in Giappone? Magari sarà solo il primo di una lunga serie…

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