Caratteristiche del sistema scolastico giapponese

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La scuola è una componente fondamentale nella crescita e nello sviluppo di tutte le persone e questo vale in quasi tutte le parti del mondo. Tuttavia, l’educazione di uno studente italiano differisce certamente da quella di uno studente tedesco o spagnolo, per esempio, e ovviamente con uno giapponese. Come già detto in altri articoli, il Giappone è una nazione unica sotto molti aspetti ed anche il suo sistema scolastico non fa eccezione.

Cerchiamo di capire come è strutturata la scuola nel paese nipponico, quali sono le differenze con l’Italia e, per concludere, quali sono gli aspetti positivi e negativi del sistema scolastico giapponese.

Bambini giapponesi che vanno a scuola

I cicli scolastici e gli esami

 Il sistema scolastico giapponese può essere diviso in 5 grandi cicli, simili a quelli che abbiamo in Italia. A cambiare, però, è la durata di questi ultimi, con le elementari che durano un anno in più, mentre le superiori durano solamente 3 anni rispetto ai 5 dell’Italia.

  • Yōchien (幼稚園, Scuola materna) dai 3 ai 6 anni.
  • Shōgakkō (小学, Scuola elementare) dai 6 ai 12 anni.
  • Chūgakkō (中学, Scuola media) dai 12 ai 15 anni.
  • Kōkō (高校, Scuola superiore) dai 15 ai 18 anni.
  • Daigaku (大学, Università) o Senmongakkō (専門学校, Istituto professionale) in genere con una durata dai 2 ai 4 anni.

In aggiunta c’è l’asilo nido Hoikuen 保育園, dove vengono portati i bambini sotto i 3 anni se entrambi i genitori lavorano e non hanno nonni o familiari a occuparsene durante la giornata.

La scuola dell’obbligo in Giappone va dai 6 ai 15 anni e fino all’elementari, se si è iscritti in una scuola pubblica, non c’è alcuna tassa d’iscrizione da pagare. Anche i materiali scolastici sono forniti dallo stato. La stessa cosa vale per le scuole medie chūgakkō, dove però le famiglie si dovranno fare carico di spese secondarie come i pasti o le gite scolastiche.

Durante le elementari il curriculum scolastico è incentrato su materie come il giapponese, la matematica, la scienza, la musica e l’educazione fisica. Dalle medie viene introdotto lo studio dell’inglese e gli studenti inizieranno anche a fare le loro prime gite scolastiche.

Finiti i primi due cicli, dai 15 anni non c’è più l’obbligo di frequenza. Nonostante ciò quasi il 99% dei diplomati dalle chūgakkō si iscrive ad una scuola superiore e prosegue gli studi. Oltre ai normali istituti superiori, ci si può iscrivere ad istituti specializzati nel campo agricolo, industriale o commerciale. In questi istituti si mescolano lezioni di cultura generale ad altre di formazione tecnica specializzata.

Le scuole in giapponese

Gli esami

Gli esami di ammissione in Giappone non sono uno scherzo, tanto da aver ricevuto il simpatico nomignolo di “inferno degli esami”, in giapponese jigoku shiken. È bene ricordare che questi esami non ci sono solamente quando si vuole entrare all’università, ma bisogna sostenerli ogni volta che si sale di grado scolastico. Il maggiore sforzo per uno studente giapponese, quindi, è quello di studiare per entrare in una scuola. Tuttavia, una volta che si è dentro, il resto degli esami sarà spalmato durante l’anno senza avere alcun esame finale per diplomarsi o laurearsi. Inoltre quasi la totalità degli esami in Giappone è per iscritto e gli esami orali sono pochissimi.

Finite le superiori è il momento di decidere se avventurarsi nel mondo del lavoro oppure provare l’ammissione all’università. Anche se per molte aziende giapponesi la laurea è il requisito base per cercare nuovi impiegati, quasi il 97% dei liceali che cerca subito lavoro, invece di proseguire il proprio percorso di studi, l’ottiene con successo. Tuttavia, il 70% dei liceali decide di tentare l’ingresso all’università. Per fare ciò gli studenti dovranno affrontare l’inferno degli esami. La selezione è così difficile che molti liceali iniziano a studiare per i test di ammissione anni ed anni in anticipo e solo il 56% di loro riesce a passarlo al primo colpo. Nel caso in cui si fallisca l’esame di ammissione, si diventa un ronin (浪人, lett. “samurai senza padrone”), ovvero uno studente che studia per un anno intero da solo a casa, per ritentare nuovamente il test d’ingresso.

L’università, poi, può durare da 2 a 4 anni, ai quali ne seguono altri 2 o 3 per l’ottenimento del dottorato (Daigakuin, 大学院 ). Altri liceali, invece, si iscrivono agli istituti professionali. Questi ultimi durano 2 anni e offrono corsi per aspiranti cuochi, infermieri, agricoltori, oppure corsi per chi vuole lavorare nel campo dell’animazione o del design.

Vita scolastica in Giappone

Ora che abbiamo capito come è strutturato il sistema scolastico giapponese, cerchiamo di capire com’è la giornata tipo di uno studente, perché è qui che ci sono le più grandi differenze con le scuole italiane ed europee.

Gli studenti vanno a scuola dal lunedì al venerdì, con i corsi che iniziano alle 8:30 e finisco alle 15:30. In più, ogni sabato su due, si va a scuola con orario ridotto dalle 8:30 alle 12:00.

Durante l’orario scolastico sia gli studenti che gli insegnanti hanno anche la responsabilità di pulire e riordinare la scuola. In Giappone, infatti, non esistono i bidelli (almeno fino alle superiori). Ogni giorno, studenti ed insegnanti, divisi in gruppi, puliscono a turni l’aula, i corridoi, i bagni e altre aree della scuola. In alcune scuole, gli studenti devono anche curare l’orticello dell’istituto oppure badare a qualche animaletto.

La scuola però non finisce con i corsi. A partire dalle medie, nel pomeriggio la quasi totalità degli studenti partecipa alle attività dei club (クラブ, kurabu), attività di doposcuola gestite dagli studenti. I più famosi sono i club sportivi come baseball, calcio o atletica. Ma si possono trovare anche club di giardinaggio, cucina, musica, cinema o legati a qualsiasi altro tipo di hobby.

Il dopo scuola, purtroppo, non è dedicato solo allo svago o ai club e sono moltissimi gli studenti che frequentano i juku 塾, una specie di corsi supplementari che vengono fatti solitamente verso sera. Nei juku si insegnano principalmente inglese, matematica ed altre materie che potrebbero comparire negli esami di ammissione per licei o università.

Altra peculiarità per gli studenti in Giappone è l’obbligo di indossare il seifuku 制服, la divisa della scuola. Ogni istituto ha una propria divisa, che è diversa per uomini e donne. Un tempo la divisa maschile per eccellenza era il gakuran 学ラン, divisa nera con bottoni d’ottone e colletto alto, molto rigido che richiamava una divisa militare. Mentre le ragazze, di solito, indossavano divise blu con gonne a pieghe, che ricordavano molto il vestito alla marinara. Ultimamente, però, si sta cercando di rendere le uniformi più attraenti e comode, con i ragazzi che indossano giacche e cravatte, mentre le ragazze gonnellini scozzesi e golfini infiocchettati.

Avrai, poi, sicuramente visto in manga o anime i bambini giapponesi che vanno a scuola indossano una cartella particolare e un caschetto giallo. La cartella si chiama randoseru, la tipica cartella per bambini giapponesi, di cui abbiamo parlato nel nostro articolo.

Aula scolastica in Giappone

Gakureki shakai

Il sistema scolastico giapponese è, e rimane, uno dei migliori al mondo. Oltre all’alto livello accademico, la maggior parte degli istituti scolastici, dalle elementari fino alle università, offrono servizi ed infrastrutture di altissimo livello. La connessione tra mondo scolastico e mondo del lavoro è ottima, e secondo il Japan Times, quasi il 97.4% dei laureati in Giappone trova lavoro (anche se il 30% di essi è assunto a tempo determinato). Tuttavia non è tutto oro quello che luccica, e anche questo sistema ha le sue pecche.

Il Giappone è una gakureki shakai 学歴社会 ovvero una società dove il curriculum scolastico conta, a volte, più delle reali capacità di una persona. Per questo motivo, la competizione tra gli studenti per entrare nelle migliori scuole o università (n.d.r. gli istituti privati in Giappone sono la normalità) è altissima, costringendo spesso gli studenti a studiare fino ad orari assurdi per accedere nei migliori istituti. Questa competizione ha degli effetti negativi sugli studenti. Uno di questi è il bullismo. Molti ragazzi, a causa di voti troppo bassi, non hanno la possibilità di entrare in buone scuole e per questo vengono derisi e denigrati. Nei casi più estremi, alcuni studenti decidono di ritirarsi non solo dalla scuola, ma anche dalla vita sociale e diventano degli hikikomori 引きこもり, (lett. “ritirarsi dalla società”). Tuttavia il fenomeno è in netto declino rispetto a 20 anni fa, con politiche mirate a creare un sistema scolastico che metta meno pressione sui giovani.

Come hai potuto vedere, il sistema scolastico giapponese è nettamente diverso da quello italiano. Quali sono le cose positive delle scuole giapponesi che vorresti anche in Italia?

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