Il Giappone è un paese particolare, e la sua particolarità è allo stesso causa e conseguenza di tante piccole usanze, eccentricità e stili autoctoni. La particolarità del Giappone si vede in tutto, dai concetti filosofici, fino agli oggetti di uso quotidiano. In questo articolo parliamo di una delle piccole manifestazioni della particolarità che permea il Paese del Sol Levante legata al sistema scolastico giapponese: la randoseru (ランドセル), ovvero la cartella dei bambini giapponesi.
L’origine della cartella randoseru
Come tanti elementi della cultura giapponese, la cartella randoseru è un'”invenzione” di origine straniera, adottata e adattata dal Giappone nel corso dei secoli. Randoseru è un termine che deriva dall’olandese ransel o rantsel, e indicava lo zaino utilizzato dai soldati olandesi. Verso la fine del periodo Edo, e soprattutto durante gli anni della restaurazione Meiji (quindi all’incirca dal 1850 fino al 1920 circa), il Giappone adottò tecnologie e prodotti occidentali, in una corsa alla modernizzazione. Lo zaino ransel iniziò ad essere utilizzato anche dalla fanteria giapponese, entrando quindi nell’immaginario collettivo nipponico.
Quello che rese lo zaino ransel un must-have per la gioventù nipponica, fu il suo utilizzo da parte di quello che oggi verrebbe definito un “influencer“. In questo caso, parliamo dell’influencer per eccellenza, niente di meno che il figlio dell’Imperatore Meiji (e futuro imperatore Taisho). Al suo ingresso alla scuola elementare, gli fu regalata dai genitori una cartella in cuoio che richiamava la forma dello zaino utilizzato dai militari come tributo ai soldati giapponesi (in quel periodo impegnati nella prima guerra Sino-Giapponese). Gli altri studenti della scuola, l’istituto dove studiavano tutti i figli dell’alta società nipponica, iniziarono ad usarla a loro volta.
Fu così che la moda di avere una cartella randoseru si sparse. Ci volle comunque qualche decennio prima che venisse raggiunta una diffusione capillare in tutto il Giappone: fino alla fine della seconda guerra mondiale, i figli delle classi sociali più povere non potevano permettersi questo tipo di zaino.
Struttura e materiali
Il randoseru è ormai ufficialmente la cartella dei bambini giapponesi, come regola scolastica. Praticamente ogni bambino delle scuola elementari ne ha una. Il Giappone è una società tutt’oggi fortemente basata sull’uniformità, e il non aderire ai canoni prestabiliti può comportare diverse ripercussioni sociali.
Le cartelle sono tradizionalmente rosse per le femmine, e nere per i maschi. Nel corso dei decenni si sono diffusi anche altri colori più “dolci”, come il rosa per le femmine e l’azzurro per i maschietti. La forma e la struttura della cartella invece, è pressoché rimasta invariata da più di un secolo a questa parte. Ovviamente ci sono state delle migliorie tecnologiche nel corso dei decenni, che hanno permesso alla cartella di evolversi, almeno in parte, incrementandone la comodità. Originariamente fatta di cuoio spesso e rigido, dagli anni 60 ha iniziato ad essere fabbricata con un cuoio sintetico che, pur apparendo come il cuoio naturale, e mantenendone la qualità, è sostanzialmente più leggero del suo predecessore. Anche la parte a contatto con la schiena dei pargoli è stata migliorata, ed è ora fatta di un materiale più morbido e traspirante.
Costo di un randoseru
La randoseru è un oggetto che può essere particolarmente costoso. Ovviamente la caratteristica fondamentale è la qualità: questa cartella è fatta per durare per tutti gli anni delle elementari.
Le cartelle di buona qualità partono da 30,000 yen (circa 250 euro), per arrivare a picchi di 120,000-150,000 yen (1000-1300 euro) per le cartelle di marchi famosi. A volte le cartelle in buone condizioni vengono riutilizzate per i fratellini/sorelline dei figli maggiori, una volta raggiunta l’età scolare. Così facendo, i genitori riescono a evitare un’ulteriore spesa non indifferente.
Le cartelle possono essere acquistate in tanti negozi e centri commerciali. Sono moltissime le aziende produttrici, e ognuna di esse cerca di inserire qualche particolarità o marchi di fabbrica nei propri prodotti. Ciononostante, il design e la struttura complessiva delle randoseru è veramente molto simile, e come accennato poc’anzi, è cambiata molto poco nel corso dei decenni.
Se verrai (o se già sei in Giappone) ti capiterà sicuramente di vedere bambini e bambini aggirarsi da soli o in piccoli gruppi, indossando la divisa scolastica, e portando sulle spalle l’immancabile identica cartella di cuoio. Nei paesi occidentali, che hanno società e culture basate sulle libertà individuali, è difficile vedere una scena del genere. Questa, insieme a tante altre piccole cose, rende il Giappone un paese particolare, e molto interessante da scoprire.
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