Il santuario di Fushimi Inari Taisha tra i sacri monti di Kyoto

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Il santuario di Fushimi Inari Taisha è uno dei luoghi di culto più rappresentativi della religiosità giapponese shintoista nel mondo. Se c’è un luogo che tutti gli appassionati del Giappone sognano di poter visitare prima o poi è quel tempio tra i monti di Kyoto per accedere alla cima del quale bisogna passare tra centinaia e centinaia di torii rosso vermiglio. Sì, esatto, parlo proprio di quel posto magico in cui la piccola Sayuri correva a perdifiato nel finale del pluripremiato film Memorie di una geisha. Questo santuario è anche una delle tappe della nostra vacanza studio in Kansai.

Il Fushimi Inari fu decretato quale luogo sacro nel 711 d.C., ovvero nei primi anni del periodo Nara (710 – 784). Costruito sulle pendici del monte Inari (Inariyama), a Kyoto, fu spostato nella sua località odierna nell’816 per volere del maestro buddhista Kukai, fondatore della famigerata setta Shingon. Già pochi anni dopo, per la sua importanza religiosa, fu posto sotto il patrocinio imperiale (periodo Heian, 794 – 1185), mentre negli anni che vanno dal 1871 al 1946 fu fregiato del titolo di kenpa- taisha, ossia appartenente al gruppo di templi di più alta levatura presenti in territorio giapponese.

In realtà, la parte principale del santuario di Fushimi Inari Taisha che ogni anno attira migliaia di visitatori non corrisponde alla più antica, in quanto il tempio maggiore, assieme a molti altri edifici minori, è stato ricostruito nel 1499.

Il culto di okami e volpi 

Il termine Inari a cui il complesso è associato non si riferisce solamente al luogo in cui esso sorge, ma anche al culto che i seguaci del kami (神 divinità giapponesi) Inari Okami professano dal 711. Inari è, in giapponese, l’abbreviazione di ine ni naru che vuol dire far crescere il riso, ed okami era infatti la divinità dell’abbondanza che si credeva fosse in grado di portare la pioggia o il sole quando necessario. Allora, il riso era, difatti, il principale mezzo di sostentamento della popolazione nipponica ed era simbolo del miracolo della vita.

I fedeli si recavano presso il tempio per pregare affinché i raccolti annuali andassero a buon fine e depositavano le loro preghiere tra le montagne. Queste si credeva venissero raccolte dalle volpi messaggere (“byakko-san”, in giapponese) che le raccoglievano e recapitavano al kami. Non è un caso, infatti, se una delle caratteristiche del santuario di Fushimi Inari Taisha è la moltitudine di statue dedicate alle volpi, sparse nel bel mezzo della natura selvatica. Le volpi, allo stesso modo di okami, sono creature divine e non possono essere viste dagli umani, dunque quelle visibili non ne sono che mere rappresentazioni. Molte statue di volpi stringono tra le fauci una chiave, simboleggiante le porte del granaio.

Per far sì che le preghiere fossero recapitate ad okami, i fedeli avevano bisogno di passare attraverso i torii, porte simboliche tra il mondo degli uomini e quello dei kami.
 Col tempo, le richieste fatte al dio si sono un po’ modificate rispetto al passato ed ora i motivi per cui i fedeli visitano il tempio (お参り おまいり, O-mairi) spaziano dal desiderio di fortuna all’incontro con l’anima gemella, dal successo negli affari alla protezione della famiglia.

Il percorso spirituale

Il santuario di Fushimi Inari Taisha non è lontanamente paragonabile ad altri complessi religiosi esistenti in Giappone, non solo per l’importanza religiosa che riveste (è la struttura di riferimento di altri 30000 templi Inari sparsi in tutto il Giappone), ma anche per la sua estensione atipica. Il perimetro del complesso conta, infatti, 870000 km², entro i quali sono sparpagliati i molti edifici religiosi. Il percorso devozionale si estende non solo in larghezza, ma anche in altezza lungo un sentiero di circa 4 km che necessita di almeno un paio d’ore per essere attraversato interamente.

Le bellezze che si incontrano lungo la strada sono sia naturali che artificiali; sul monte Inari crescono, difatti, alberi di vario genere, tra cui i famosi cedri, all’interno dei quali si crede risieda lo spirito di Okami, mentre il sentiero verso la cima è fiancheggiato dalle statue delle volpi e disseminato di torii della stessa misura posti in fila. Pare se ne contino almeno 10000 e che siano stati donati da proprietari di attività commerciali ed imprese a partire già dai primi anni del periodo Edo (1603 – 1868).

Bè, che dire, se il Giappone è un luogo d’incanti, allora il santuario di Fushimi Inari Taisha è la sua magia più grande. Personalmente, sono rimasta affascinata dal connubio mistico, naturale e culturale che questo complesso rappresenta e credo che valga la pena di essere visitato almeno una volta nella vita.

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